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Ritorna la “normalità” a Rio de Janeiro

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Nuova lettera da Rio de Janeiro dal nostro connazionale Matteo Gennari. Vedremo nella lettera come Rio, dopo le Olimpiadi, stia tornando alla normalità: assalti e campagna elettorale!

Come sempre vi rimando a questa pagina per leggere tutte le lettere e le poesie dal Brasile.

RITORNO ALLA NORMALITA’

Caro Roberto,

come ti dicevo, Copacabana continua identica. Pensa che sono ricominciati pure gli “arrastões”, nonostante la presenza dell´esercito. “Arrastão” è quando un gruppo di banditelli (molti i minorenni) si scaglia contro i bagnanti sul bagnasciuga o sul lungomare disegnato dai ciottoli bianchi e neri, insegue questo o quel turista e cerca di rubargli la collanina, l´orologio, il telefono. Nonostante la presenza dei militari in tuta mimetica con gli AK 47 ben a vista, sono ricominciati i furtarelli tra le viuzze di Copacabana e gli avvisi, i sussurri si moltiplicano: “Non andate nella Domingos Ferreira che è pericolosa”, “Nella Santa Clara no, mi raccomando!”.

arrastões a Rio

arrastao a Rio (noticias.uol.com.br)

Tutto è come prima, tutto è tornato o sta tornando alla normalità. E lo sarà ancora di più quando l´esercito ci abbandonerà e i problemi economici dello Stato di Rio (ora offuscati dagli aiuti pro Olimpiadi del Governo Federale) ci ricorderanno di che pasta sono fatti i nostri governanti. E, come se non bastasse, dobbiamo sorbirci in televisione i candidati a sindaco…

Io ho le mie preferenze e le mie paure (temo gli evangelici), allora per rilassarmi e per cercare di buttarla sul ridere guardo i mini spot degli assessori. In Italia non ci sono questi mini spot. Trenta secondi nei quali l´assessore legato/a al tale o tal´altro candidato urla il proprio nome, il numero da digitare nell´urna sulla tastiera della macchinetta elettronica e una frase strampalata. Ricordo alcuni anni fa il fantastico Zé do Cafezinho, cioè un tale signor José il cui mestiere era vendere il caffè, preparato da lui e conservato in appositi thermos, per strada ai passanti. Ecco, Zé do Cafezinho, con la sua ingenuità (“Votate Zé, quello del caffè”), i pochi secondi di fama e la grinta che ci metteva mi riconciliavano con la vita politica brasiliana. Oggi però nessuno Zé, nessuna Deusa del bar dell´angolo, nessun Pai Marcelo de Ogum riesce a farmi dimenticare la pochezza e la volgarità della maggior parte dei candidati ad amministrare la nostra bella città.

Come vedi Roberto, tutto va come va, ma non va, non va…

Foce del Rio Sao Francisco

Foce del Rio Sao Francisco

Un´altra cosa: in questi giorni è morto un attore famoso delle telenovelas, in circostanze strane. Protagonista di una telenovela ambientata nel nord del Paese, il personaggio che l´attore interpretava era già caduto nel fiume São Francisco, tra lo stato di Alagoas e quello di Sergipe, dopo essere stato ferito in un agguato. Nella fiction il personaggio viene salvato dagli indios, che lo raccolgono dalle acque e, per mezzo di un rituale a base di erbe e di canti, lo curano. Nella vita reale, finite le riprese, l´attore si è seduto a bordo fiume con una collega. Spavaldo, nonostante l´isolamento (non c´erano bagnanti oltre a loro due) si è gettato in acqua. La corrente l´ha portato via e alla collega che lo teneva per un braccio, lui ha ripetuto “Non ce la faccio, non ce la faccio”. “Pareva paralizzato e sembrava che una forza troppo grande lo stesse trascinando”, ha dichiarato lei che, per non cadere nel vortice, l´ha dovuto mollare. Così Domingos, l´attore, è annegato. Io subito ho pensato che la televisione ha sbagliato a inscenare un rituale e a farvi partecipare veri Indios perché un rituale non può essere fittizio quando realizzato da indios veri.  Chiamando gli sciamani e pretendendo di avvicinarsi in un qualche modo al loro culto misterico, la Globo ha inscenato un rituale reale, ma lo ha fatto per finta. Questo il mio dubbio: perché scomodare i misteri legati al passaggio tra la vita e la morte, tra la morte e la vita, se il fine di una telenovela è puramente commerciale?

Di qui l´inevitabile banalizzazione del rituale, che diventa un passatempo esotico o un mero strumento di intrattenimento. Ma i rituali sciamanici (per chi ci crede; io, come avrete capito, ci credo) fanno parte di una cultura esoterica che può e deve essere conosciuta, ma con rispetto; i rituali sciamanici  integrano una cultura che ha bisogno di tempo per essere assimilata, e di dedicazione. Non possono essere risolti in due scene, nel pagamento elargito alle comparse indigene, e con la messa in onda alla sera sulla Rete Globo, prima e dopo la pubblicità di una carta di credito o di un bagnoschiuma. Ecco allora che l´uomo, che si è sottoposto al rituale per soddisfare la fantasia dello sceneggiatore e del regista, durante un innocente bagno viene risucchiato dall´acqua. Lui però, a differenza del personaggio, muore annegato… che sia questo il prezzo pagato alla realtà dalla finzione?

(continua)

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di Matteo Gennari: un professore di italiano nato a Milano e ora residente a Rio de Janeiro. Da poco ha pubblicato un nuovo romanzo ambientato proprio nella città olimpica, COME PERDERE L’ANIMA, acquistabile online dai principali negozi.

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Formato Kindle EUR 4,99

Dettagli prodottoUN SUCCO NATURALE, GRAZIE

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Data di uscita: 31 luglio 2016.

 

 


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